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/Arts&Culture

Le mostre da non perdere

Pietro Bembo ritratto da Tiziano e Napoléon dans le désert di Max Ernst

Se anche voi avete bisogno di una fuga culturale e state cercando la meta perfetta per un week-end all’insegna dell’arte, ecco gli appuntamenti che fanno per voi.

Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento
Il Rinascimento maturo visto attraverso la figura di Pietro Bembo, letterato, mecenate, collezionista e umanista veneziano, autore delle Prose della volgar lingua, l’opera che più di tutte codifica l'emancipazione della lingua italiana dal latino.
La mostra recupera gli oggetti che Bembo custodiva li ricolloca nell’esatta posizione che avevano all’interno della sua abitazione nel cuore di Padova, cenacolo culturale di raggio europeo.
Padova, Palazzo del Monte di Pietà, fino al 19 maggio

Man Ray Portraits
150 opere provenienti da varie parti del mondo per questa mostra. Artista eterogeneo, Man Ray è noto soprattutto per le sue fotografie, ma non solo: utilizzò per primo la tecnica della solarizzazione e inventò la cosiddetta “rayografia”, in base alla quale si creano immagini semplicemente appoggiando un oggetto su un materiale sensibile come la carta fotografica.
Londra, National Portrait Gallery, fino al 27 maggio

Il Rinascimento del nord: da Dürer a Holbein
Il periodo a cavallo tra il XV e XVI secolo è uno di quelli che hanno cambiato per sempre il volto del nostro continente sotto tutti i punti di vista. Per ripercorrere questi secoli, la Queen’s Gallery ha organizzato una mostra temporanea di dipinti, disegni e incisioni di Dürer, Cranach e Holbein, che testimoniano la crisi di coscienza avvenuta in quel tempo. Basti pensare allo sconvolgimento provocato dalla Riforma Luterana prima e dalla Controriforma Tridentina poi, con la messa dei libri all’Indice e l’istituzione del Tribunale del Sant’Uffizio.
Un’ottima occasione per visitare la capitale inglese.
Buckingham Palace, Londra, fino al 14 aprile

Marx Ernst
La retrospettiva su Marx Ernst è la prima mai realizzata in Austria e per questo si è deciso di seguire la biografia dell’artista tedesco per illustrare lo sviluppo e le caratteristiche della sua arte. Attraverso le opere esposte, trasuda il bisogno di libertà, il desiderio di essere sempre proiettato verso il futuro del pittore. Inventore del frottage (tecnica ricavata dallo sfregamento di una matita su un foglio per ricavare la copia di un bassorilievo sottostante), sposato prima con Peggy Guggenheim e poi con Dorothea Tanning, Ernst fu un artista molto attivo e le sue opere impreziosiscono le collezioni dei principali musei del mondo. 
Vienna, Albertina, fino al 5 maggio


Il Louvre va in provincia

Non fa parte delle mostre in allestimento temporaneo, ma vale la pena di scriverne: cinque edifici in vetro e alluminio, 20 ettari di terreno, dieci anni di lavoro, 150 milioni di euro investiti, un progetto congiunto degli architetti giapponesi di Sanaa e dello studio newyorkese Imrey Culbert.

Perché i francesi pensano sempre in grande, figuriamoci per il Louvre!
Ma non cadete in inganno, perché non si tratta di una nuova ala del museo parigino e neppure di una bella dépendance, ma di un progetto al di fuori di Parigi, a Lens, in una ex-zona mineraria fra le più colpite dalla crisi internazionale.
Una “folle scommessa”, come l’ha definita il presidente Holland a Nord-Pas de Calais, un’ora di Tgv da Parigi.
Oltre il centro di documentazione, si entra nel cuore del museo, la Galerie du Temps: 250 opere esposte in tremila metri quadrati, che vanno dal V secolo a.C. al XVIII secolo, con nomi di punta come Delacroix, Botticelli, Perugino e ancora Raffaello, Mantegna, Van Eyck e Dürer, prestate dalla casa madre parigina per cinque anni.
Si prosegue per il Pavillon de Verre che invita alla riflessione e alla sosta, ed infine si trova la Galleria delle mostre temporanee, dove fino all’11 marzo si potrà vedere la mostra “Renaissance. Révolution dans le arts en Europe 1400-1530″, a cui faranno seguito “Rubens e l’Europa” e “Gli Etruschi”.

Allora, avete già preparato le valigie?

Dobbiamo fare di Vogue un Louvre (E.Steichen)

Due scatti in mostra all Spazio Forma di Milano

Sfogliando la raffinata carta patinata di riviste che hanno scritto la storia della moda, Harper’s Bazaar e Vogue su tutte,  non vi siete mai chieste quando questo luccicante mondo abbia avuto inizio?
Se sì, allora non potete perdervi la retrospettiva Fashion. Un secolo di straordinarie fotografie di moda dagli archivi Condé Nast, allestita dal 17 gennaio al 7 aprile allo Spazio Forma di Milano, curata da Nathalie Herschdorfer, storica dell’arte specializzata in storia della fotografia.























 

 

E allora perché non perdersi tra gli scatti provenienti dagli archivi di New York, Parigi, Londra e Milano della casa editrice Condè Nast e scoprire il legame intenso tra redazione e fotografi, tra creatività artistica e scrittura?
Presenti in esposizione i più grandi rappresentanti del genere di ieri e di oggi: Cecil Beaton, Patrock Demarchelier, Helmut Newton, Peter Lindbergh, Irving Penn, Man Ray, Mario Testino e Tim Walker, solo per citarne alcuni tra i più noti al grande pubblico.

 

E se poi voleste portarvi a casa un ricordo di questo viaggio attraverso il XX secolo, regalatevi il libro-catalogo della mostra edito da Contrasto, impreziosito da un’intervista esclusiva a Franca Sozzani.
 

A dimostrazione che la moda, oltre ad essere economia, occupazione, carta patinata, artigianato, eccessi, droga e sfilate, è molto di più: è ARTE.

Tutto iniziò quando in una Belle Epoque scossa dai fermenti delle avanguardie Edward Steichen utilizzò la pellicola, per ritrarre due modelle con abiti di Paul Poiret per la rivista Arte e decorazione dell’aprile 1911, decidendo pochi anni dopo di eleggere la rivista Vogue come tempio dell’arte fotografica.



Questo genere di fotografia, considerata la Cenerentola delle arti grafiche e osteggiata da chi riteneva che la si stesse svendendo alla moda, riuscì ad emanciparsi con i, tempo, diventando uno dei linguaggi artistici più liberi ed influenti, capace di imporre dei canoni di bellezza di volta in volta nuovi, al posto della  pittura.

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